IBS e intestino: una visione sistemica

disegno di un intestino tenuto da un paio di mani di bambino e un paio di mani adulte

La Sindrome dell’Intestino Irritabile (o IBS, dall’inglese Irritable Bowel Sindrome) è una condizione molto più diffusa di quanto si pensi. Spesso si confonde con il gonfiore, con il “mal di pancia”, con una semplice stitichezza o anche con una diarrea ricorrente. 

Non è facile da riconoscere ma ha un impatto molto forte sulla qualità della vita delle persone che ne soffrono, proprio a causa dei problemi intestinali che porta con sé. Ma c’è di più! Come se non bastasse, chi soffre di IBS spesso presenta altre patologie correlate, non necessariamente a carico dell’intestino.

È importante guardare ogni patologia dall’alto, con uno sguardo più ampio e sistemico, che non si concentri solo sul principale organo colpito ma su tutto il corpo. Ricordiamoci sempre che i nostri organi sono tutti legati tra loro e fanno parte di un unico sistema: il nostro organismo!

Alla luce di questo sarà anche più facile capire come affrontare l’IBS facendo attenzione a tutti gli aspetti che riguardano questa sindrome.

Capire se si ha l’IBS può essere difficile. Solitamente si presenta con gonfiore addominale, una fastidiosa sensazione di disagio accompagnata da stipsi, diarrea o alternanza delle due.

Il sintomo discriminante che distingue la Sindrome dell’Intestino Irritabile da altri disturbi è il dolore, spesso correlato all’evacuazione.

Alla base di questo problema ci sono molti fattori scatenanti, si parla infatti di un disturbo multifattoriale. Tra le principali cause possiamo trovare:

  • predisposizione genetica
  • infezioni intestinali
  • eventi stressanti ripetitivi e cronici o altri fattori psico-sociali
  • alterazione del microbiota

 

Nonostante si parli di differenti possibili cause, tutte portano a un “danno” comune: un’aumentata permeabilità della mucosa intestinale

In caso di IBS la mucosa del nostro intestino diventa meno capace di svolgere la sua funzione di barriera: più sostanze la attraversano, anche quelle che non dovrebbero, creando quindi un ulteriore danno.

L’intestino così si infiamma, diventa ipersensibile e si hanno delle ripercussioni che portano ai sintomi tipici: gonfiore, dolore, diarrea e/o stipsi.

illustrazione dell'intestino

IBS e acidità di stomaco: sono correlati?

L’IBS è definito un disturbo funzionale, ovvero a essere compromessa è la funzionalità dell’intestino e non la sua struttura anatomica. Si tratta del disturbo gastrointestinale funzionale più frequente insieme alla dispepsia (la cattiva digestione).

In questo caso la funzionalità compromessa è quella dello stomaco ma in entrambi i casi ne risente tutto l’apparato gastrointestinale.

Numerose ricerche scientifiche hanno dimostrato che spesso questi disturbi possono essere presenti contemporaneamente. L’IBS può comparire nel 37% delle persone che hanno dispepsia e la probabilità di sovrapposizione è aumentata nei pazienti con sintomi gravi.

In questi casi si parla di overlap syndrome (sindrome da sovrapposizione). Se soffri di problematiche intestinali (transito lento, stipsi, diarrea, gonfiore) chiediti se ti capita di avvertire una sensazione di acidità o bruciore all’altezza dello stomaco o di avere la sensazione di non riuscire a digerire e viceversa.

Riconoscere la overlap syndrome è importante per poter trattare entrambe le patologie in maniera completa e adeguata, senza trascurare alcun aspetto.

La correlazione tra dispepsia e IBS non deve stupirci. Entrambi sono disturbi disfunzionali che riguardano tutto il tratto digerente: la mucosa di cui abbiamo parlato prima, ma anche il microbiota, la trasmissione nervosa e l’asse intestino-cervello

Tutto questo è un’ulteriore dimostrazione della necessità di guardare a ogni patologia in maniera più ampia. Non dobbiamo limitarci a trattare solamente l’organo coinvolto, ma anche quelli correlati e tutto il nostro corpo, secondo una visione sistemica.

illustrazione di un corpo umano connesso da tanti puntini luminosi, rappresentazione della visione sistemica

Dispepsia o "cattiva digestione"

La dispepsia, che conosciamo più comunemente come cattiva digestione o difficoltà a digerire, può essere in realtà di due tipi:

  • Dispepsia EPS (Epigrastic Pain Syndrome), caratterizzata da pirosi a digiuno o dopo il pasto: un dolore/bruciore avvertito alla “bocca dello stomaco” e dietro lo sterno, a volte anche con dolore che si riflette posteriormente.
  • Dispepsia PDS (Post prandial Distress Syndrome), fastidioso senso di pienezza o di sazietà precoce che impedisce di terminare il pasto: una sensazione di sgradevole e prolungata permanenza di cibo nello stomaco a cui si possono aggiungere gonfiore addominale alto, nausea o eruttazione.
donna che si tiene le mani sull'intestino per la dispepsia

La dispepsia è una delle problematiche acido-correlate, di cui fa parte anche il reflusso gastroesofageo

Le cause della dispepsia possono essere molte:

  • stress
  • infiammazione
  • predisposizione genetica
  • nutrizione scorretta
  • anomala motilità gastrointestinale
  • difficile svuotamento gastrico
  • ipersensibilità viscerale

Anche in questo caso, come per l’IBS, l’approccio non deve limitarsi a risolvere i sintomi ma deve agire sulle cause del problema: correggere la propria alimentazione e lo stile di vita in generale è fondamentale, ma in alcuni casi può non essere sufficiente. 

Trattandosi di una condizione sistemica è opportuno avere un approccio altrettanto sistemico, che si può raggiungere grazie alle sostanze naturali. In questo caso possono essere d’aiuto la Malva e l’Altea con i loro polisaccaridi ad azione protettiva, ma anche Carciofo e Zenzero che facilitano la digestione. 

Se vuoi saperne di più sulle problematiche acido-correlate e cosa fare, guarda il nostro talk on demand

Cause ed effetti dell'IBS: perché si parla di visione "sistemica"?

Oltre ai sintomi a carico dell’apparato gastrointestinale, l’IBS può manifestarsi con effetti a carico di altri organi e apparati, anche apparentemente molto lontani e “slegati” dall’intestino.

Tra i disturbi che si possono verificare in caso di IBS troviamo:

  • alterato tono dell’umore
  • sonno disturbato
  • asma
  • candida
  • dolore alla schiena, lombalgia
  • atopia e allergie
  • diverticolosi

Nella maggior parte dei casi, la correlazione tra IBS e i tessuti, organi o sistemi che riguardano questi effetti, è dovuta al coinvolgimento del microbiota e del MALT (un particolare tessuto del sistema immunitario che si trova associato alle nostre mucose). 

Microbiota e MALT a livello intestinale sono compromessi in caso di IBS, ma comunicano con microbiota e MALT degli altri organi che possono alterarsi a loro volta e causare ulteriori disturbi.

Ad esempio: la disbiosi intestinale (alterazione del microbiota) può ripercuotersi sul microbiota vaginale, causando anche lì una disbiosi e quindi la manifestazione della Candida, condizione in cui uno dei microorganismi che fanno parte della flora batterica vaginale prende il sopravvento. 

Stessa cosa avviene per il MALT. Se quello intestinale è compromesso potrà esserlo anche quello della mucosa vaginale e quindi si avrà un’alterata funzionalità del sistema immunitario a questi livelli. 

Come si fa a rilassare l'intestino?

Alcuni problemi che manifestiamo a livello psichico o fisico dipendono dal benessere nel nostro intestino. Un intestino in salute favorisce un organismo in salute!

Come possiamo fare per prendercene cura ed evitare gli effetti sistemici dell’IBS? 

Non è semplice purtroppo. I rimedi non sono molti e soprattutto è necessario chiarire che non è una malattia dalla quale si può guarire. Ci sono periodi di fase acuta – in cui anche i sintomi sono più intensi – e periodi di latenza anche senza alcun disturbo.

Solitamente si interviene con farmaci che riducono i sintomi ma non risolvono il problema. Un ruolo importante lo svolge l’alimentazione low fodmap, che prevede di evitare alcune molecole che, fermentando nell’intestino, possono acutizzare i sintomi tipici.

Tra gli alimenti da evitare ci sono:

  • carne poco cotta
  • broccoli
  • cavolfiore
  • pesce
  • prugne
  • legumi non decorticati

 

Una buona abitudine può essere anche quella di fare periodicamente una settimana di riposo intestinale

Se non fosse sufficiente puoi farti aiutare dalle sostanze naturali: soprattutto quelle ricche di polisaccaridi e polifenoli, che tramite un’azione protettiva e antiossidante riescono a ridurre l’infiammazione, ripristinare l’integrità della mucosa e riportarla così a una condizione di salute.

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